Amelia Etlinger – Senza Titolo

SENZA TITOLOAmelia Etlinger

Amelia Etlinger, nata a New York City nel 1933 ed è morta a Clifton Park, NY nel 1987. Era un’artista associata al movimento Fluxus, alla poesia visiva e alla comunità italiana di Poesie Visiva.

L’infanzia è da subito segnata da avvenimenti tragici. La madre viene infatti internata quando Amelia ha solo sei mesi e il padre è assente. Amelia e suo fratello Leonard, più grande di tre anni, vengono dati in affidamento alla famiglia Goldberg a Brooklyn. Amelia trascorre un’infanzia travagliata e ottiene un’educazione basilare frequentando solo la scuola elementare. All’età di 29 anni inizia a scrivere racconti e, dopo aver scoperto la poesia di Edward Estlin Cummings, inizia ad occuparsi di poesia visiva. Poco più che ventenne, Amelia sposa Louis Etlinger, ha tre figlie e all’età di 30 anni circa si trasferisce da Albany a Clifton Park (NY).

Nel tempo la sua poesia visiva si sviluppa in complessi lavori di assemblaggio che contengono materiali naturali che colleziona nei boschi nei pressi della sua casa insieme a tessuti, fili, perline, bijoux, carte giapponesi e altri materiali trovati. Nei primi anni 70 Etlinger è in contatto tramite corrispondenza con Eugene Grominger, Ugo Carrega, Mirella Bentivoglio, Mary Ellen Solt, Emmet Williams e Paul Van de Vrees, e il suo lavoro viene esposto a livello internazionale.  Nella prima metà degli anni 70 conosce e inizia una corrispondenza con Ellen Marie Elinka (Bissert) e con Mike Belt. Etlinger nel 1976, attraverso il Coordinating Council of Literary Magazines, vince il Premio Fels, per le sue poesie e per l’intervista sulla rivista 13thMoon. Sarà l’ unico riconoscimento in denaro che Etlinger accetterà per il suo lavoro. Con l’aiuto di Ugo Carrega e Mirella Bentivoglio espone in Italia con una personale nell’ottobre del 1976. Nel 1978 espone in occasione della mostra Materializzazione del linguaggio, a cura di Mirella Bentivoglio, alla XXXIX Biennale di Venezia. Nello stesso anno, suo fratello Leonard si toglie la vita e questo evento influenzerà in maniera indelebile l’esistenza di Amelia. Nel 1985 e nel 1986, due collezioni in cui il lavoro di Amelia è ben rappresentato vengono trasferite presso due archivi importanti: la collezione relativa alla rivista 13thMoon viene affidata alla New York Public Library e la Jean Brown Fluxus Collection al Getty Museum. L’8 novembre del 1986 Mike Belt perde la vita a causa dell’AIDS e poco dopo nel 1987 Amelia scompare.

Il lavoro e la poetica di Amelia Etlinger sono state poco riconosciute negli Stati Uniti mentre l’artista era in vita, tuttavia le sue opere sono state esposte a livello internazionale, e in particolar modo in Italia, dove sono state apprezzate dai teorici della Poesia Concreta e gli esponenti della Poesia Visiva.  Durante il suo percorso artistico, stringe una forte amicizia con una comunità di artisti, curatori e critici di avanguardia quali Mirella Bentivoglio, Franca Zoccoli, Betty Danon, Paula Claire e Ugo Carrega che iniziano a sostenere il lavoro di Amelia. Nonostante sia stata inserita dai critici all’interno di movimenti come Fluxus, Poesia Visiva, Mail Art, Arte Concettuale e Arte Femminista, nelle sue lettere e interviste Etlinger ostinava a dichiararsi una poetessa e non un’artista, affermando che l’arte è pericolosa per la poesia visiva. Nel 1970, la sua poesia si trasforma. Le parole usate prima come mezzo primario lasciano spazio ad una scrittura caratterizzata dal linguaggio dei fili.

La maggior parte della Collezione Amelia Etlinger, che si compone di più di 100 lavori, il carteggio e saggi critici è stata donata da Ellen Marie Helinka (Bissert), che ha svolto un ruolo fondamentale nel preservare il lascito di Amelia Etlinger. Helinka nel 1973 fondò 13thMoon,una rivista femminista letteraria e fu proprio con le poesie dell’intervista che Helinka fece alla Etlinger, che quest’ultima vinse il Premio nel 1976. Helinka manteneva contatti epistolari anche con Mike Belt e preservò la sua collezione di opere di Amelia per poi in seguito donarla alla Poetry Collection insieme alla sua collezione personale.

(Fonte:Wikipedia)

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