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Vettor Pisani
Vettor Pisani Nasce nel 1934 a Bari[1]. Nel 1970 si trasferisce a Roma e debutta alla galleria La Salita di Roma con la sua prima personale: il ciclo di opere Studi su Marcel Duchamp (1965), che gli valsero una certa notorietà. Proprio nel 1970 ottiene il Premio Pino Pascali attribuito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e comincia la sua attività nel teatro realizzando alcune scenografie. Nel 1976 presenta alla Biennale di Venezia – sua prima volta – l’opera Theatrum[2], anticipatrice di una ricerca che si protrarrà lungo tutto il corso della sua carriera artistica. L’artista vede nel labirinto un analogo del reale, secondo una cultura ermetica ed esoterica che appartiene ai tre artisti ai quali dedica la propria opera – Duchamp, Klein, Beuys – che formano con lui un sistema basato sull’ermetico numero quattro. Il suo metodo consiste nell’appropriarsi di elementi desunti da altri artisti e dalla storia dell’arte, reinventandoli: crea mediante la citazione, mettendo sotto analisi non il mondo, ma il linguaggio.
Oltre alla Biennale di Venezia del 1976, Pisani partecipa a quelle del 1978, 1984, 1986, 1990 e 1995, alle Quadriennali di Roma del 1973, 1986 e 1992 e, tra le molte, a mostre come Avanguardia/Transavanguardia a Roma e Italian Art Now: an american Perspective al Guggenheim Museum di New York nel 1982. In quell’anno il Museum Folkwang di Essen gli dedica una mostra antologica, seguita da quelle organizzate nel 1990 a Valencia e dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento nel 1992. Nel 1997 è presente alla mostra “Pittura italiana da Collezioni Italiane” presso il Castello di Rivoli. Partecipa a “Minimalia. Da Giacomo Balla a…” (1997 – 2000, Venezia, Palazzo Querini Dubois; Roma, Palazzo delle Esposizioni; New York, P.S.1) a cura di Achille Bonito Oliva.
Dopo un periodo di sosta, tornò a calcare le scene nel 2005 con Il bello e le bestie al MART di Rovereto. Nel 2007 con “L’Isola interiore. Isolamenti e Follia“, a cura di Achille Bonito Oliva, partecipa come evento collaterale alla Biennale di Venezia. Nel 2009 partecipa con l’opera “Concerto invisibile di Gino De Dominicis” alla mostra di apertura della Fondazione Galleria Civica di Trento e con “Venere di Cioccolato[3]” alla mostra Inganni ad arte. Meraviglie del trompe l’oeil dall’antichità al contemporaneo a Palazzo Strozzi di Firenze.
È morto suicida tramite impiccamento nel 2011 nella sua abitazione nel quartiere Testaccio a Roma all’età di 77 anni[4][5].
(Fonte:Web Artista)