EINFACHER Ruben Montini
Ruben Montini (Oristano – Italia, 1986) vive e lavora tra il Lago di Garda e Milano.
Interprete della cultura queer ed erede delle rivendicazioni sociali degli anni ’60 e ’70, ne esprime la precarietà con il linguaggio performativo e ne racconta la resistenza con l’installazione. Le sue poesie visive, fatte di lettere in broccato sardo, di testi cuciti con richiami all’estetica della tradizione, fissano momenti intimi come parabole di vita sociale; raccontano l’amore, la paura, la sessualità dell’individuo nella sua contemporaneità.
Ha partecipato a numerose mostre internazionali, in istituzioni pubbliche e private, tra gli altri: (solo) Did you ever fall in love again?, Villa Adriana, Tivoli; (solo) Madre, Aleš South-Bohemian Gallery, Hluboká nad Vltavou; (solo) Il vuoto addosso, Prometeogallery di Ida Pisani, Milano; We will not change our show, Dům umění města Brna, Brno; (solo) I couldn’t live without, MKC, Spalato; – MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro; Museum Europäischer Kulturen, Berlino; Royal School of Needlework, Londra; Bang! Festival!, Bruxelles; Assemblaggi Provvisori, Tenuta dello Scompiglio, Lucca; Pomada, Museum for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia; Vanità/Vanitas, Museo Ettore Fico, Torino (2015); (solo) Cosa Resta di Noi – Requiem, Oratoire du Louvre, Parigi; Turtle Salon in the Forest, Fargfabriken, Stoccolma; Bienal del Fin del Mundo, Buenos Aires.
Nel 2019 è nominato per il XX Premio Cairo, Palazzo Reale, Milano.
(Fonte:Sito Prometeo Gallery)