Mario Nigro – 250

1988 Nigro 250,5x151,5

250Mario Nigro

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Ultimo di quattro figli, in tutto tre maschi e una femmina, manifesta fin dall’infanzia una spiccata predisposizione per la musica, chiedendo e ottenendo di ricevere lezioni di violino. Le condizioni economiche della famiglia non gli permettono, tuttavia, di proseguire lo studio dello strumento, che pure aveva dimostrato di seguire con successo.

Durante l’adolescenza riversa questo suo bisogno di attività creative disegnando, su qualunque supporto gli capitasse a tiro.
La sua bravura a scuola si concretizza in un percorso universitario eccellente. Si laurea a pieni voti in Chimica a Pisa e viene assunto dall’Università come assistente di Mineralogia.
La guerra, però, incalza, e ogni attività viene sospesa. Nel dopoguerra la madre, lo spinge ad iscriversi a Farmacia, forse anche per la paura di veder partire il figlio per altri lidi, alla ricerca di un lavoro. Alla facoltà di farmacia Antonio, da tutti chiamato col secondo nome di Mario, incontra la sua futura sposa. Diventa farmacista agli Spedali Riuniti di Livorno e nello stesso ospedale nasce il suo primo ed unico figlio, Gianni Nigro.
Se di giorno miscela polverine al bilancino, di sera e alla domenica si dedica alla sua ormai unica grande passione: la pittura. E nel 1958 decide di abbandonare definitivamente l’impiego per poter raggiungere spesso il fratello, già a Milano da anni, e lì frequentare le gallerie, dove, tra gli altri, conosce Gillo Dorfles e frequenta movimenti artistici d’avanguardia. Nel 1964, anche grazie all’amicizia dell’artista argentino Lucio Fontana, è invitato alla Biennale di Venezia, dove tornerà, quattro anni più tardi, con una stanza interamente dedicata a lui. Alla fine degli anni Settanta la città di Milano lo gratifica di una personale al PAC, e verrà invitato altre due volte alla Biennale. La sua scomparsa avviene l’undici agosto del 1992, dopo una lunga malattia.

(Fonte : www.marionigro.it)

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